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Descrizione dei livelli di competenza in italiano lingua prima al termine della SSPG
Descrizione dei livelli di competenza in italiano lingua prima al termine della SSPG
Il presente lavoro si inserisce in due filoni di ricerca che sono da anni presidiati da IPRASE: i sistemi di valutazione e la lingua italiana. L’approccio dell’istituto alla valutazione delle competenze in lingua italiana rispecchia l’impostazione che caratterizza tutte le azioni dell’istituto: la scientificità dei riferimenti, la coerenza con il sistema, la trasferibilità nella prassi scolastica. Nell’ultimo quinquennio questa impostazione ha condotto, tra la altre, ad una riflessione in merito alla certificazione delle competenze, da cui sono scaturiti più percorsi di ricerca e sperimentazione. Attraverso di essi IPRASE ha sostenuto e implementato la realizzazione di strumenti e modelli che hanno dunque forti ed esplicite basi teorico-scientifiche, sono coerenti con i documenti legislativi, sono creati e condivisi con la scuola e il suo sapere. Di tali strumenti e modelli fa parte la descrizione dei livelli di padronanza delle competenze in lingua italiana (lingua prima) in esito alla SSPG che qui
si presenta. La realizzazione della ricerca si è sviluppata nell’ambito del ”Progetto continuità”
tra le scuole del primo e del secondo ciclo, partendo da un preciso stimolo di un gruppo di ricerca costituitosi in IPRASE, che si è confrontato con diversi docenti della scuola trentina in merito al problema della verifica e certificazione delle competenze in lingua italiana. Ancora una volta si è
evidenziato come il passaggio di informazioni tra ordini di scuola non sia regolato da un sistema di riferimento univoco. Anche i modelli certificativi nazionale e provinciale, per quanto finalizzati a fornire criteri comuni per la valutazione degli apprendimenti, mantengono margini molto larghi di ambiguità nell’interpretazione. L’assenza di uno standard nel momento della certificazione costituisce, di fatto, un problema, che si somma a tutti quelli connessi ad una seria e attendibile verifica e valutazione delle competenze. Le criticità connesse all’atto del certificare lo rendono spesso opaco e incapace di rispondere alla richiesta normativa di fornire indicazioni e orientamenti
agli studenti e alle famiglie. Considerato ciò, il gruppo di ricerca si è impegnato nello studio e nell’elaborazione di descrizioni dei livelli di competenza in lingua italiana che fossero congruenti agli obiettivi indicati nei Piani di studio provinciali, ma arricchiti da elementi che solo la pratica didattica può far emergere. La proposta dei docenti è stata successivamente revisionata dall’Accademia della Crusca che, grazie ad una convenzione, garantisce ad IPRASE la supervisione scientifica
rispetto ad alcuni progetti legati all’italiano. Il presente lavoro si inserisce in due filoni di ricerca che sono da anni presidiati da IPRASE: i sistemi di valutazione e la lingua italiana. L’approccio dell’istituto alla valutazione delle competenze in lingua italiana rispecchia l’impostazione
si presenta. La realizzazione della ricerca si è sviluppata nell’ambito del ”Progetto continuità”
tra le scuole del primo e del secondo ciclo, partendo da un preciso stimolo di un gruppo di ricerca costituitosi in IPRASE, che si è confrontato con diversi docenti della scuola trentina in merito al problema della verifica e certificazione delle competenze in lingua italiana. Ancora una volta si è
evidenziato come il passaggio di informazioni tra ordini di scuola non sia regolato da un sistema di riferimento univoco. Anche i modelli certificativi nazionale e provinciale, per quanto finalizzati a fornire criteri comuni per la valutazione degli apprendimenti, mantengono margini molto larghi di ambiguità nell’interpretazione. L’assenza di uno standard nel momento della certificazione costituisce, di fatto, un problema, che si somma a tutti quelli connessi ad una seria e attendibile verifica e valutazione delle competenze. Le criticità connesse all’atto del certificare lo rendono spesso opaco e incapace di rispondere alla richiesta normativa di fornire indicazioni e orientamenti
agli studenti e alle famiglie. Considerato ciò, il gruppo di ricerca si è impegnato nello studio e nell’elaborazione di descrizioni dei livelli di competenza in lingua italiana che fossero congruenti agli obiettivi indicati nei Piani di studio provinciali, ma arricchiti da elementi che solo la pratica didattica può far emergere. La proposta dei docenti è stata successivamente revisionata dall’Accademia della Crusca che, grazie ad una convenzione, garantisce ad IPRASE la supervisione scientifica
rispetto ad alcuni progetti legati all’italiano. Il presente lavoro si inserisce in due filoni di ricerca che sono da anni presidiati da IPRASE: i sistemi di valutazione e la lingua italiana. L’approccio dell’istituto alla valutazione delle competenze in lingua italiana rispecchia l’impostazione
che caratterizza tutte le azioni dell’istituto: la scientificità dei riferimenti, la coerenza con il sistema, la trasferibilità nella prassi scolastica. Nell’ultimo quinquennio questa impostazione ha condotto, tra la altre, ad una riflessione in merito alla certificazione delle competenze, da cui sono scaturiti più percorsi di ricerca e sperimentazione. Attraverso di essi IPRASE ha sostenuto e implementato la realizzazione di strumenti e modelli che hanno dunque forti ed esplicite basi teorico-scientifiche, sono coerenti con i documenti legislativi, sono creati e condivisi con la scuola e il suo sapere.
Di tali strumenti e modelli fa parte la descrizione dei livelli di padronanza delle competenze in lingua italiana (lingua prima) in esito alla SSPG che qui si presenta. La realizzazione della ricerca si è sviluppata nell’ambito del ”Progetto continuità” tra le scuole del primo e del secondo ciclo, partendo da un preciso stimolo di un gruppo di ricerca costituitosi in IPRASE, che si è confrontato con diversi docenti della scuola trentina in merito al problema della verifica e certificazione delle competenze in lingua italiana. Ancora una volta si è evidenziato come il passaggio di informazioni tra ordini di scuola non sia regolato da un sistema di riferimento univoco. Anche i modelli certificativi nazionale
e provinciale, per quanto finalizzati a fornire criteri comuni per la valutazione degli apprendimenti, mantengono margini molto larghi di ambiguità nell’interpretazione. L’assenza di uno standard nel momento della certificazione costituisce, di fatto, un problema, che si somma a tutti quelli
connessi ad una seria e attendibile verifica e valutazione delle competenze. Le criticità connesse all’atto del certificare lo rendono spesso opaco e incapace di rispondere alla richiesta normativa di fornire indicazioni e orientamenti agli studenti e alle famiglie. Considerato ciò, il gruppo di ricerca si è impegnato nello studio e nell’elaborazione di descrizioni dei livelli di competenza in lingua italiana che fossero congruenti agli obiettivi indicati nei Piani di studio provinciali, ma arricchiti da elementi che solo la pratica didattica può far emergere. La proposta dei docenti è stata successivamente revisionata dall’Accademia della Crusca che, grazie ad una convenzione, garantisce ad IPRASE la supervisione scientifica rispetto ad alcuni progetti legati all’italiano.