Bellezza senza Tregua

Giordano Bruno Guerri
 

Progetto didattico per le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

a.s. 2023-2024

 

 

La fortuna d’Italia è inseparabile dalle sorti della

Bellezza, di cui ella è madre

 

Nella diversificata produzione poetica e letteraria di Gabriele d’Annunzio un tema ricorrente è rappresentato dalla bellezza.
Un estetismo profondo, sbocciato in adolescenza, quando incantato dalla passione per i luoghi, trascorreva le estati tra la pineta e la sabbia, sviluppato in età adulta anche attraverso le istituzioni, nella battaglia per la difesa del patrimonio culturale e per lo studio della storia dell’arte a scuola.

La dimensione della bellezza trova la sua celebrazione e ne rappresenta la poetica. Non è mai evasione e disimpegno, perché trova spazio nelle trame più intime del sociale.
 

Il mio amore d’Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all’eroismo, il mio presentimento della patria futura si è manifestato qui in ogni ricerca di linee, in ogni accordo e disaccordo di colori
 

Era il 22 dicembre 1923, e con questa dichiarazione il Vate faceva atto di donazione del Vittoriale “al popolo italiano”. Celebrare oggi il centenario significa magnificarne la bellezza.
D’Annunzio fece dono del Vittoriale al popolo italiano per commemorare la sua vita, le gesta eroiche, per regalare cultura, storia e ricordi di bellezza.

Tale atto rappresenta un dono straordinario, dal valore inestimabile.
 

“ Per decenni siamo stati abituati a parlare di d’Annunzio associando al suo nome termini [...] come “posa”, “retorica”, “finzione”, “provocazione”, “teatro”. La sua vita al Vittoriale ce lo mostra invece intero, nella dimensione privata come in quella pubblica, con tutte le sue stravaganze, le sue fissazioni, le sue manie.

Ne viene fuori non l’immagine parziale o pettegola dell’uomo ormai imprigionato nelle miserie della propria senilità, ma quella totale e totalizzante dell’uomo che ha percepito come il valore più alto e l’obiettivo più nobile dell’esistenza siano la bellezza del mondo, il dinamismo del pensiero, l’unicità dell’esistenza.

La cultura italiana è abituata a chiudersi – nostalgica e moralista, elitaria e conformista – nel rimpianto del passato e nella nostalgia del defunto. D’Annunzio ci ha fornito un lascito in controtendenza: la bellezza e la necessità della sfida, della competizione con il tempo, con il presente e con il futuro 

- Giordano Bruno Guerri, La mia vita carnale.

 

Riflessioni dannunziane

“ Dove giungerà la Scienza? Qual è mai l’avvenire dell’uman potere sulla Natura? Le forme dell’energia naturale sono soltanto quelle che conosciamo e di cui ci gioviamo? O giungeremo noi alla scoperta di una nuova e fin qui sconosciuta forma di energia, sorgente di forza motrice incalcolabile? O anche giungeremo a produr con artificio una cellula vivente? 

- Gabriele d’Annunzio, Per una festa della Scienza, 4 novembre 1887

 

“ Il viaggiatore in Italia non nota forse a ogni passo i segni dell’incuria e della distruzione? Chi non ha contemplato con ira e dolore i resti di capolavori distrutti dai danni del tempo e dei moderni barbari? Chi non ha visto sublimi monumenti di bellezza, attorno ai quali un popolo civile dovrebbe promuovere un culto perpetuo, cadere in rovina per incuria? 

- Gabriele d’Annunzio

 

“ La bellezza artistica di una città è il frutto dell’amore dei cittadini 

- Corrado Ricci e Gabriele d’Annunzio

 

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