PROMUOVERE IL SUCCESSO SCOLASTICO E FORMATIVO​
Personalizzazione dei percorsi degli studenti di origine straniera

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Italiano L2 per lo studio: verso l’autonomia e il successo scolastico


La “lingua dello studio” si riferisce all’abilità di riflettere e di usare la lingua come strumento di apprendimento.

La lingua dello studio è perlopiù una lingua astratta, decontestualizzata e che corrisponde ai descrittori a partire dal livello B1 del QCER. Studiare è un’attività difficile che richiede diverse competenze: enciclopediche, meta-cognitive, cognitive, testuali e linguistiche.

Quando la L1 degli apprendenti è diversa dall’italiano, le cose si complicano poiché, oltre alle evidenti difficoltà legate ai livelli di competenza linguistica e quindi al dover imparare cose nuove in una lingua non ancora ben consolidata, si evidenziano anche altri piani di difficoltà. A livello meta-cognitivo, siamo di fronte ad apprendenti con conoscenze e competenze pregresse probabilmente molto diverse da quelle dei loro coetanei italiani (dove per diverse non intendiamo necessariamente inferiori!). Si tratta di studenti con percorsi diversi, che mettono in atto strategie di studio diverse. Sul piano culturale, apprendenti con una L1 diversa dall’italiano si trovano di fronte a difficoltà che derivano, per esempio, da tutti quegli impliciti culturali che sono veicolati dalla lingua e non sono sempre apertamente esplicitati, o ai diversi riferimenti culturali a cui rimanda la prassi didattica (si pensi per esempio al grande uso di metafore, anche d’invenzione, nella lingua dell’insegnante durante la spiegazione).

Per gli apprendenti stranieri inseriti nelle nostre scuole le difficoltà della lingua dello studio sono evidenziabili tanto nella comprensione scritta (studio dei manuali scolastici), quanto nella comprensione orale (comprensione della spiegazione in classe). Inutile dire che le difficoltà di comprensione hanno una diretta ripercussione nella produzione tanto orale (interrogazione) quanto scritta (verifiche, test, ricerche, ecc.), registrando continui insuccessi da parte degli apprendenti. Sappiamo bene, la ricerca ce lo conferma, che “andare bene a scuola” non significa esclusivamente sapere la lingua, ma possedere tutta una serie di competenze complesse: saper fare inferenze, astrarre, analizzare, generalizzare, auto-valutarsi, identificare i problemi o mettere in atto strategie per risolverli, ecc. Diventa essenziale quindi strutturare interventi didattici in grado di sviluppare, rinforzare, recuperare o insegnare questi altri aspetti della competenza di studio. 

 

Bibliografia

Grassi, R. (2007). Parlare all'allievo straniero. Strategie di adattamento linguistico nella classe plurilingue. PerugiaGuerra Edizioni.

Mezzadri, M. (2011). Studiare in italiano. Certificare l’italiano L2 per fini di studio. Milano: Mondadori Università.

Minuz, F. (2006). I manuali scolastici: un problema di lingua. In C. Marello, F. Bosc & S. Mosca (cur.), Saperi per insegnare. Torino: Loescher Editore.