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Personalizzazione dei percorsi degli studenti di origine straniera

< ITALIANO L2

Lingua 2 per la comunicazione interpersonale


Si tratta di ciò che comunemente definiamo “lingua della comunicazione” o, impropriamente, “alfabetizzazione”. Per molto tempo si è utilizzato il termine “alfabetizzare” come sinonimo di insegnamento di Italiano L2 a studenti che non conoscono la lingua, con ovvie ripercussioni nell’organizzazione delle attività, dei tempi, degli strumenti utilizzati, ma anche con gravi conseguenze sulla motivazione, agendo come se l’apprendente fosse privo di qualsiasi competenza. Suggeriamo quindi di portare attenzione alla terminologia e di preferire il termine “corso di italiano L2” per tutti coloro che hanno competenze scolastiche, quindi competenze nella lingua scritta, in L1 o LS, di diverso grado.

Nei corsi di italiano L2 per la comunicazione interpersonale si potenziano le abilità comunicative di base per interagire (a livello scritto e orale), come per esempio salutare, interagire con i compagni, chiedere semplici informazioni, manifestare bisogni concreti, ecc. È importante ricordare che si lavora sempre con input fortemente contestualizzati e significativi per gli apprendenti.

La definizione di un curricolo di L2 per la comunicazione interpersonale dovrebbe prevedere attività linguistiche e comunicative che portino l’apprendente ad attraversare i livelli A1, A2 fino almeno al livello B1 del QCER, definito appunto soglia, cioè l’inizio di una minima autonomia nell’agire linguistico. Un apprendente di livello A2 non si può quindi definire autonomo linguisticamente neppure per quanto riguarda la cosiddetta “lingua della comunicazione”, sarebbe dunque impensabile affidargli anche solo una pagina di manuale da studiare in autonomia! È necessario adottare e applicare tecniche di semplificazione e facilitazione dei testi, che lavorino da un lato sulla trasmissione di contenuti, dall’altro sulla progressiva acquisizione della lingua. È evidente che non è possibile semplificare o facilitare interi manuali, così come non è possibile per un apprendente con scarse competenze linguistiche affrontare lo studio di interi programmi disciplinari. Risulta necessario quindi programmare, selezionare e facilitare quelle parti di contenuti che risultano fondamentali e propedeutiche per affrontare nuovi argomenti. Tale compito è richiesto a tutti i docenti del consiglio di classe e ciascuno andrà a definire obiettivi comuni con le altre materie e specifici della propria disciplina. Gli studenti saranno in questo modo valutati sulla base del percorso proposto e tale percorso potrà subire delle modifiche nel corso dell’anno all’emergere di nuovi bisogni linguistici e di studio degli apprendenti.

 

Bibliografia

Pallotti, G. (1998). La seconda lingua. Milano: Bompiani.